L’energia potrebbe salvare la Russia dal default almeno per un mese, ma poi rischia di tornare indietro di molti anni.
La Russia è a un passo dal default, ovvero di dichiarare il fallimento economico. Le sanzioni imposte dall’Occidente contro l’economia russa hanno avuto effetto. Ma questo ovviamente può ripercuotersi anche sugli altri mercati, come aveva temuto Xi Jinping. Ma Fed e Bce pronte a intervenire per evitare il contagio del default russo soprattutto per i paesi vicini Polonia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca.
Ieri sera non risultavano ancora pagati gli interessi da 117 milioni di dollari su due bond. La Russia ha intenzione di pagare in rubli cosa che è stata prontamente bocciata dall’agenzia di rating Fitch. Se la Russia pagherà i suoi debiti stranieri in rubli sarà sicuramente default che scatterebbe entro 30 da giorni dal momento in cui non si copre il debito.
Il fallimento della Russia non piega Putin
Il rublo ha perso, nel corso dell’ultimo mese, oltre il 47% sul dollaro, pagare in rubli un prestito in dollari americani significherebbe una pesante svalutazione. “Il pagamento in valuta locale delle cedole in dollari con scadenza il 16 marzo, se dovesse verificarsi, costituirebbe un default sovrano, alla scadenza del periodo di grazia di 30 giorni” ha annunciato Fitch. Pagare in rubli, oltre ad un deprezzamento del debito, potrebbe influenzare negativamente gli operatori finanziari occidentali.
Il rischio di fallimento porterebbe 310 miliardi di dollari di debiti verso l’estero delle aziende, 75 miliardi di passivo delle banche e 67 miliardi di bond governativi. Il default sovrano porterebbe giù anche varie aziende e banche russe. Anche se l’invasione dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni dell’Occidente rischiano di mandare la Russia in default e falle dichiarare il fallimento, questo potrebbe non fermare Putin.